L’Ottica Mottadelli racconta Verano Brianza grazie al libro “Verano Brianza, una storia da raccontare”
Verano Brianza ha una forma allungata e confina con Carate Brianza, Giussano e Briosco. Nasce in una zona che è un insieme eterogenea di aree collinari, pianure e piccole alture. Il territorio veranese arriva fino a 255 metri sul livello del mare, dimostrando una varietà strutturale importante. L’elemento naturale principale rimane comunque il Lambro, il fiume della Brianza, quello che nasce in Alta Valassina, a Pian Rancio, in località “Menaresta” (sì, come la birra prodotta a Carate Brianza) per sfociare nel Po, passando per Monza e Milano. Un nome, il suo, che sembrerebbe derivare da LAMPRONOS, a sua volta evoluzione di Lampros, parola greca che significa “lucente”. Ma non solo. C’è chi, invece, collega la parola “Lambro” al termine LAMAR, connessa alla particella LAM che, invece, significa voragine, palude. I Celti, infine, lo chiamavano “Lamber” che significa “acqua bella”.
E’ definito poi “fiume di confine” perché è considerato il margine occidentale della Brianza . Grazie all’acqua del fiume Lambro, erano ben 4 i mulini (Filo, Bistorgio, Resica, Ponte) che lavoravano a Verano, sulla pieve definita di Agliate.
Fonte esclusiva
“Verano Brianza, una storia da raccontare” – Editrice Universale – 1989 – di M.P. Canegrati e R.Celotti – Editrice universale – Comune di Verano Brianza