Vi ricordate quando da piccoli vedevamo un amico con un bendaggio sull’occhio?
Avete presente quando da piccoli a voi – o ai vostri compagni di classe – mettevano quegli strani occhiali con una lente coperta da una benda, manco si dovesse giocare al pirata? Ecco, probabilmente, i vostri amichetti soffrivano di ambliopia, detta anche “occhio pigro”.
L’ambliopia è un’alterazione della visione biunoculare che si manifesta da piccoli, entro gli otto anni di vita, quindi in piena età scolare.
A caratterizzare questo difetto è una differenza importante di diottria di un occhio rispetto all’altro. Due sono gli occhi e, solitamente, i difetti vanno di pari passo o quasi. Quando questo non succede, quando cioè ci sono almeno 3/10 di differenza tra l’acutezza visiva di un occhio e l’altro, siamo davanti all’ambliopia.
L’occhio pigro colpisce il 2% dell’intera popolazione mondiale e il 4,5% dei bambini in età scolare. E’ considerata la prima causa di deficit visivo al di sotto dei 20 anni e una diagnosi in tempi corretti può prevenire difetti permanenti di vario tipo.
Caratteristica dell’ambliopia è che non peggiora nel tempo. Si rimane, insomma, con la differenza di acutezza visiva permanente tra i due occhi.
Però il difetto si migliora con un cerotto adesivo che si applica per alcune ore durante li giorno e per una durata che può arrivare anche a due anni intorno all’occhio “funzionante”. Questo è il metodo tradizionale per trattare il problema. Oggi ci sono metodi più moderni e meno invasivi per creare meno difficoltà al bambino, come per esempio alcuni esercizi che si fanno dall’ottico o, addirittura, a casa. Un esempio? Applicare la benda sull’occhio e colorare anche solo per qualche minuto. Già di per sè, questo è un esercizio efficace senza dover andare in giro per ore e ore con una benda sull’occhio.
Obiettivo: obbligare l’altro occhio ad allenarsi, a perdere la pigrizia, costringendolo a compensare la visione.